Mille giorni di esame in Commissione Giustizia per portare a casa una bocciatura. Questo il destino del testo che allarga le aggravanti verso chi si renda colpevole di aggressione (fisica o verbale) nei confronti di omosessuali e transessuali, presentato da Paola Concia (Pd). Mentre ai Paesi che prevedono nel loro ordinamento parità di diritti tra coppie di persone dello stesso sesso e coppie etero si aggiunge il Brasile, in Italia siamo ancora fermi a discutere se un insulto a una persona discriminata per i propri orientamenti sessuali sia da trattare come altre mirabili espressioni del genio umano, quali “negro” o “ebreo”. Una fattispecie peraltro già prevista dalla normativa europea e applicata nella maggior parte degli altri Stati dell’Unione, oltre che da Stati Uniti e Canada.
Il ministro Mara Carfagna ha espresso la sua indignazione e ha dichiarato che quando il testo della Concia sarà ripresentato in aula, lei lo appoggerà e lo voterà: «Chi si è opposto è gente che respinge una battaglia di civiltà». «Il testo della Concia -ha dichiarato l’onorevole Alessandra Mussolini- non fa che estendere i diritti e le garanzie senza togliere nulla a nessuno. Sono sicura comunque che in aula sarà approvato». Di altro parere Carlo Giovanardi, che ha condensato il pensiero di chi ha votato contro, sostenendo che la finalizzazione della violenze ai gay e ai transessuali, finisce per creare disparità rispetto alle violenze su altre categorie di cittadini etero. Lo stesso Giovanardi, lo ricordiamo, si era espresso contro una pubblicità della multinazionale Ikea che faceva riferimento al concetto di “famiglia” su una foto di due uomini che si tengono per mano, sostenendo si trattasse di un messaggio contrario alla Costituzione, offensivo e di cattivo gusto. Non rendendosi conto che offensiva era proprio la sua uscita, verso le migliaia di coppie gay che ogni giorno progettano una vita in comune.
In ogni caso idee poco chiare nel centrodestra, visto che il Ministro competente si dice favorevole, mentre poi in Commissione arriva lo stop di Pdl, Lega e Udc. Tre gruppi per tre pregiudiziali di costituzionalità, alle quali la Concia ha risposto proponendo un emendamento che inserisce nella legge le stesse tutele ad anziani e disabili. Interessante l’esercizio di grande apertura ed elasticità mentale di alcuni onorevoli: c’è chi ricorda che il suo «orientamento sessuale è l’eterosessualità e che ce ne sono anche altri come l’omosessualità e la pedofilia» (Luisa Santolini, Udc), chi sostiene che «L’effetto vero di questa legge è promuovere l’omosessualità come stile di vita in Italia» (Rocco Buttiglione, Udc). Parole che evocano quelle pronunciate dai ragazzini delle scuole medie e superiori nel sondaggio “Benessere senza omofobia” (Aiuto Aids Ticino), interpellati su cosa farebbero se un loro amico dichiarasse di essere gay. Più tolleranti le ragazze: «All’inizio sarei imbarazzata ma poi cercherei di capire», «Siamo tutti esseri umani, se è lesbica buon per lei. L’amore non ha discriminazione». Meno i ragazzi: «È malato, che si curi poverino», «Può fare quello che vuole ma non lo voglio più vedere». Frasi da cui emerge un dato fondamentale: manca informazione, cultura nei ragazzi. E la politica sembra non avere gli strumenti per dare un indirizzo, per fare chiarezza dove c’è confusione.
L’associazione Certi Diritti annuncia un sit-in a Montecitorio per il 31 maggio alle 11, giorno in cui la Camera prevede di votare il testo (quello di Antonello Soro, Pd, perché nel frattempo la Concia si è dimessa). Anche noi seguiremo l’esito delle consultazioni, nella speranza di iniziare il mese di giugno in un Paese culturalmente più avanzato.