Ancora una sentenza che condanna il Ministero della salute a risarcire una famiglia per i presunti danni provocati dal vaccino polivalente, di cui si sarebbe trovato un «nesso causale» con la sindrome dell’autismo sviluppata dal figlio. Lascia davvero senza parole leggere le considerazioni contenute nella perizia effettuata dal medico legale incaricato: «È probabile che il disturbo autistico del piccolo sia stato concausato, sulla base di un polimorfismo che lo ha reso suscettibile alla tossicità di uno o più ingredienti (o inquinanti), dal vaccino Infanrix Hexa». Il riferimento qui è alle ridottissime quantità di mercurio un tempo presenti nel vaccino in questione, che non hanno mai dato luogo a disturbi né a effetti collaterali (teniamo presente che lo stesso vaccino viene somministrato ogni anno a milioni di bambini in tutto il mondo “Occidentale”), e che comunque sono state tolte dal farmaco qualche anno fa, come misura precauzionale dopo che un’agenzia ambientalista statunitense aveva sollevato preoccupazioni in merito ai possibili rischi.
Nel caso in questione, a differenza dei processi fin qui avvenuti in Italia (che riguardavano il vaccino trivalente), si parla del vaccino esavalente, che protegge contro difterite, epatite B, infezioni da Haemophilus Influenzae di tipo b (Hib), pertosse, poliomielite, tetano e contro le loro complicazioni. Sono innumerevoli i vantaggi per la vita del bambino (e di chi gli sta intorno, vista la contagiosità di molte malattie) che viene vaccinato e quasi nulli i rischi o gli svantaggi, proprio perché il prodotto che viene iniettato è pensato per un organismo nel primo anno di vita. Qualora la sentenza passasse in giudicato, lo Stato sarebbe obbligato a versare un assegno bimestrale non inferiore a 1600 euro per tutta la vita del bambino affetto da autismo. Inizialmente è girata voce che il Ministero non avesse fatto ricorso, mentre martedì 25 novembre è comparsa una nota ufficiale in cui «il Ministero comunica di aver proposto, per il tramite dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato, tempestivamente appello avverso la predetta sentenza dinanzi alla Corte di appello di Milano». (Nonostante questo, in molti articoli si continua a sostenere che il ricorso non ci sia stato).
La perizia del medico legale non può avere “acclarato” proprio nulla, dato che al momento non esistono prove scientifiche in grado di correlare la vaccinazione all’autismo. Come abbiamo spiegato in un precedente articolo, la ricerca da cui è nata questa “leggenda metropolitana”, pubblicata nel 1998, è stata ben presto smentita dalla comunità scientifica. Nel 2004 si è addirittura scoperto che l’allora medico autore del documento, Andrew Wakefield, aveva ricevuto dei soldi per pubblicare quei risultati, falsando o omettendo dati importanti per arrivare alle conclusioni che gli interessava sostenere. Il giornale inglese che aveva pubblicato il pezzo, Lancet, è arrivato a ritirare completamente l’articolo dagli archivi. Wakefield nel 2012 fu radiato radiato dall’albo dei medici e gli fu vietato di esercitare la professione.
Paolo Bonanni, ordinario di Igiene all’università di Firenze e massimo studioso di vaccini che fa parte del gruppo tecnico di esperti di questa materia dell’Oms europea, ha definito la sentenza «una decisione incredibile». Di fronte a tale considerazione, viene da chiedersi in che modo siano scelti i medici legali incaricati di effettuare perizie su temi tanto delicati. Se anche chi scrive, che non è uno scienziato né un medico, ha avuto accesso senza fatica a fonti attendibili che assicurano che la correlazione è del tutto priva di fondamento (nel caso si può consultare anche questa pagina di domande e risposte del sito dell’Organizzazione mondiale per la sanità, in fondo si parla proprio di vaccini e autismo), com’è possibile che chi ha la responsabilità di intervenire in un processo agisca con tale superficialità? In questo modo si diffondono speranze in migliaia di famiglie con figli colpiti dal disturbo dello spettro autistico e si gettano le basi per altrettante migliaia di cause contro lo Stato. Vi lasciamo con questa domanda e con un link a un articolo scritto da una giornalista inglese nata negli anni Settanta «in una famiglia di maniaci della salute “alternativa”», in cui si raccontano tutti i disagi vissuti da chi cresce senza vaccini.