La ricerca di Andrew Wakefield, pubblicata nel 1998, che dimostrava una supposta correlazione tra il vaccino trivalente e l’autismo, è stata ben presto smentita dalla comunità scientifica. Nel 2004 si è addirittura scoperto che l’allora medico aveva ricevuto dei soldi per pubblicare quei risultati, falsando o omettendo dati importanti per arrivare alle conclusioni che gli interessava sostenere. Il giornale inglese che aveva pubblicato il pezzo, Lancet, è arrivato a ritirare completamente il suo articolo dagli archivi. Wakefield nel 2012 fu radiato radiato dall’albo dei medici e gli fu vietato di esercitare la professione. Nonostante tutto ciò, il suo fantasioso studio continua ad avere conseguenze del tutto reali. Come quella che ha generato un vertiginoso incremento degli articoli dedicati all’argomento negli ultimi giorni, ossia l’indagine aperta dalla procura di Trani per lesioni colpose gravissime «al fine di accertare se vi sia un nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino pediatrico trivalente non obbligatorio contro morbillo, parotite e rosolia (Mpr) e l’insorgenza di autismo e diabete mellito».
Il procedimento è in corso ed è giusto che siano accertate eventuali irregolarità nella somministrazione, ma se la base teorica della denuncia è lo studio di Wakefield allora siamo fuori strada. Non è la prima volta che accade una cosa del genere, nel 2012 il tribunale di Rimini aveva condannato il Ministero della salute a risarcire una coppia di genitori il cui figlio era diventato autistico dopo la vaccinazione (la sentenza non è ancora passata in giudicato perché il Ministero ha fatto ricorso in appello). Il rischio è che i genitori perdano fiducia nell’utilità e sicurezza del vaccino trivalente (che non è obbligatorio ma consigliato e gratuito per tutti). Com’è noto, esso protegge da quelle che sono definite “malattie dell’infanzia”, facilmente trasmissibili e che possono avere conseguenze gravi se contratte in età adulta. Al momento, in Italia è molto alta la percentuale di bambini che vengono sottoposti al vaccino, anche se c’è stata una piccola flessione tra il 2010 e il 2012, quando si è passati dal 90,5 all’89,2 per cento. Il Paese che più è stato influenzato dalla vicenda è il Giappone, dove queste vaccinazioni non si fanno più. E infatti è anche l’unico che periodicamente è costretto a fronteggiare epidemie di morbillo, mentre i dati dimostrano che i casi di autismo sono continuati a crescere.
La raccomandazione quindi è di non farsi influenzare dalla tanta pubblicità negativa che si sta facendo attorno al vaccino Mpr, e ascoltare le informazioni diffuse dalla comunità scientifica. «La presenza di una possibile associazione causale tra vaccinazioni e autismo è stata estensivamente studiata e non è stata evidenziata alcuna correlazione – scrive l’Istituto superiore di sanità – L’Iss promuove, attraverso la diffusione di informazioni scientificamente corrette, un’adesione consapevole alle vaccinazioni». La Società italiana di pediatria, tramite il suo presidente Giovanni Corsello, ha fatto sapere che «Non c’è alcuna prova scientifica che metta in correlazione autismo e vaccinazioni. Studi sono stati fatti e altri studi sono in corso e non hanno evidenziato alcun legame […] Il fatto che alcuni diano come acquisita una correlazione che scientificamente non è provata rischia di ridurre le coperture vaccinali, con il pericolo concreto che possano riemergere malattie gravi ad oggi quasi scomparse […] Fondamentale è che il Ministero della salute dia un messaggio chiaro anche ai Tribunali, sul fatto che tale correlazione non è provata». Al momento il ministro Beatrice Lorenzin si è espressa rassicurando sulla non pericolosità del vaccino, ma senza volere interferire con le indagini «Lo ribadiamo ai genitori, è importante che le cose vengano ricondotte nel giusto alveo, è un richiamo ai mass media e non alla Procura». Se non bastasse, anche l’Organizzazione mondiale della sanità si era pronunciata a settembre confermando che «I dati epidemiologici disponibili indicano che non vi sono prove di un legame tra morbillo-parotite-rosolia (Mmr) e disturbi dello spettro autistico».