Da sabato 24 gennaio è online il sito di promozione degli eventi culturali in Italia VeryBello.it, legato a Expo2015. Dopo la disastrosa esperienza di Italia.it, il Ministero della cultura italiano sforna una nuova piattaforma che, puntualmente, raccoglie numerose critiche, a partire ovviamente dal nome. Riportiamo la recensione (ironica) di Artribune, che mette in luce punto per punto le debolezze del sito. Precisiamo solo che nel testo si parla di 5 milioni di euro spesi per la realizzazione del progetto, ma in realtà quelli sono i soldi messi a disposizione «per la promozione del paese e del suo patrimonio di bellezze culturali e di tutta la sua offerta diffusa nel periodo dell’Expo», scrive l’Ansa. Ci auguriamo che solo una piccola parte di quei soldi sia stata utilizzata per VeryBello.it.
[…] Inutile dire che con poche – molto poche – decine di migliaia di euro avremmo potuto fare un elenco degli eventi artistici in Italia più funzionante di questo. Anzi, lo facciamo da anni ed è disponibile a tutti da sempre.
1. LENTEZZA E NAVIGABILITÀ. Esasperante. Perché presentare un sito se i server non sono a posto? Il blocco della giornata inaugurale significa non aver fatto un briciolo di test. Chi ha deciso di mettere in ridicolo il Ministero dei beni culturali in questa maniera? In realtà la lentezza è solo uno dei problemi: il sito è pieno di bug, è poco navigabile, manca di requisiti minimi, funziona poco bene da mobile.
2. NOME. A proposito di ridicolo. Ma qui si va oltre il ridicolo. VeryBello! Cosa è? Un detersivo da discount? Un preservativo? Una soap opera dell’est europeo? Aggiungete voi cose a caso e tutto sarà più adeguato di un sito culturale e di servizio. Qui, invece di fare un servizio ai milioni (?) di turisti che visiteranno l’Italia durante Expo, si scimmiotta semmai il loro modo di parlare. Non ha senso! Solo una richiesta: il nome e il cognome del copy che ha scelto un nome simile. E del funzionario che ha detto “okkay”.
3. SELEZIONE DEGLI EVENTI. Una selezione fatta non si sa come, non si sa da chi. Chi si occupa della redazione? La società Lolaetlabora che ha sviluppato il sito e che risulta proprietaria del dominio? Oppure personale interno al ministero? La selezione appare ovviamente discutibile. Non ci sono, ad esempio, eventi organizzati da privati anche quando questi sono fondazioni. Non c’è nulla per quanto riguarda le gallerie d’arte.
4. LINGUE. Presto il sito dovrebbe essere anche in inglese, ma per il debutto si è pensato di presentarlo solo in italiano. Che senso ha visto che si rivolge ad un evento internazionale di portata planetaria come Expo? Non si poteva aspettare di essere pronti con la parte traduzioni per presentarlo?
5. COSTI. Cinque milioni? Lo abbiamo detto già sopra: speriamo di leggere presto delle grandi smentite. Cinque milioni per un sito che sarà online sei mesi sono semplicemente non commentabili.
6. APP. VeryBello risulta privo di app. E nessun comunicato cita la futura realizzazione di un’app a supporto del sito.
7. TESTI E CONTENUTI. Vi basti questa idiozia, contenuta nella scheda della Biennale di Venezia: «La più antica esposizione d’arte, nata nel 1895 per declinare in chiave culturale il successo delle esposizioni universali dell’epoca, continua a promuovere nella sede storica dei Giardini e nei nuovi spazi dell’Arsenale le tendenze più attuali dell’arte contemporanea». Nuovi spazi dell’Arsenale? Ma la Biennale utilizza quegli spazi da più di vent’anni, non è affatto una novità.
8. STRATEGIE DI PROMOZIONE. Così recita il sito del Ministero: «Il banner di VeryBello è stato inviato a più di tremila siti che si occupano di cultura e turismo e potrà essere utilizzato liberamente. La piattaforma VeryBello può essere ospitata sul web. Tutti coloro che linkeranno il banner di VeryBello potranno inviare la segnalazione dell’avvenuta pubblicazione all’indirizzo email infoverybello@beniculturali.it e saranno inseriti nella pagina degli amici di VeryBello del sito del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo». Che significa più o meno: spendo 5 milioni per realizzare una piattaforma web, ma poi non ho un centesimo per promuoverla e vi chiedo pubblicità gratis!
9. SOCIAL. VeryBello non risulta avere una pagina Facebook. Su Twitter, benché non pubblicizzata durante la presentazione, una presenza c’è, con un profilo che in queste ore sta accumulando follower ma che risulta fermo. Neppure un tweet di benvenuto. Su Instagram? Per ora solo 9 seguaci, ma anche qui niente post.
10. GAFFES. Il brand del sito appoggia su un’Italia notturna illuminata dalle luci delle città. Quest’Italia è tagliata sulla parte bassa e non esiste un pezzo di Calabria oltre a mancare tutta la Sicilia. Dal sud già si sono levate, ovviamente, le prime proteste. [Per correttezza precisiamo che potrebbe trattarsi di un problema relativo alle impostazioni di risoluzione dello schermo, oppure qualcuno si è mosso per risolvere il problema, perché sui nostri computer, per fortuna, l’Italia si vede tutta].