
Viaggio e volontariato sono da sempre un binomio ricco di grande fascino e foriero di ricchezza. Per chi viaggia, certo, ma anche per le tante comunità che ricevono aiuto grazie a chi sceglie di investire in maniera diversa il proprio tempo libero e il proprio impegno. Per chi ha intenzione di mettersi in questa avventura la prossima estate, è già ora di iniziare a pensarci. Le diverse associazioni che organizzano campi di lavoro in giro per il mondo sono infatti impegnate fin da adesso a fare promozione e programmazione sulle proposte in cantiere, e nelle prossime settimane inizieranno i corsi di formazione per prepararsi ad affrontare le realtà che si andranno a visitare.
Tra i diversi modi per mettersi in viaggio c’è Projects Abroad, un’organizzazione che gestisce progetti di cooperazione in tutto il mondo. L’offerta è davvero vasta e si può consultare sul sito internet. L’idea è che ogni volontario possa scegliere il progetto per il quale si sente più adatto, in modo che questi torni a casa col ricordo di un’esperienza gratificante, e al contempo la comunità che riceve l’aiuto possa beneficiare del fatto di essere con “la persona giusta al posto giusto”. I campi di azione possibili sono davvero vasti, dall’agricoltura all’arte, dalla medicina alla veterinaria e ai corsi di lingua. C’è solo da scegliere, informarsi, organizzare. Per farsi un’idea, è previsto un Open Day a Milano il 18 aprile, nel quale si potranno avere informazioni direttamente dai protagonisti dell’organizzazione, oltre ad ascoltare le testimonianze di chi ha già fatto dei viaggi con Projects Abroad e può quindi condividere la propria esperienza.
Viaggiare con questo tipo di organizzazioni, va ricordato, non è gratuito. Spesso chi vuole partire pensa (comprensibilmente) che la gratuità del lavoro sia compensata da una copertura delle spese da parte dell’associazione. Non è (quasi mai) così. Ogni progetto può prevedere o meno la copertura del viaggio aereo e i costi di vitto e alloggio da parte del volontario, oltre alle spese per assicurazione e burocrazia. Non sarebbero sostenibili gli interventi di cooperazione messi in campo dalle associazioni se queste dovessero sobbarcasi i costi relativi ai volontari. Questi ultimi hanno l’opportunità di fare un’esperienza importante per la propria formazione e certamente forniranno un aiuto a chi lavorerà con loro, ma perché tutto questo sia possibile il contributo economico del volontario è necessario.
Per avere una panoramica geografica dei progetti per i quali è possibile candidarsi segnaliamo il sito VolontariatoInternazionale.org. Qui, oltre alle mete cui si è soliti pensare, come l’Africa e l’America Latina, è possibile partecipare a programmi d’intervento rivolti anche ad altri continenti, Europa inclusa. Può sembrare inusuale ma, per esempio, è possibile andare in Islanda con l’associazione Seeds, che si occupa di promuovere attività legate alla tutela ambientale. «Questo campo di lavoro in Islanda si svolgerà presso il comune di Hveragerði – si legge sul sito –, una città che sorge su una famosa sorgente termale a 45 chilometri da Reykjavik. Il campo di lavoro promosso dall’organizzazione non governativa Seeds mira a salvaguardare l’intera località e a tutelare l’area circostante». Il campo di lavoro si potrà svolgere in due periodi: dal 15 al 26 giugno e dal 29 giugno al 10 luglio. Per restare in Europa, “World Without Borders” propone un campo di lavoro estivo (dal 14 al 26 giugno) con bambini con disabilità. I compiti dei partecipanti saranno: comunicare con i bambini, aiutarli nella vita di tutti giorni (trasporti, cura personale, ecc.); tenere e organizzare attività creative e culturali; supportare lo staff dell’ente ospitante.
Per una panoramica sulle tante associazioni che offrono la possibilità di fare esperienze di volontariato all’estero vi invitiamo a consultare anche questo articolo pubblicato su Vita. Ovviamente sta poi alla ricerca e alla curiosità personale il fatto di trovare l’itinerario giusto. In ogni caso, ci sentiamo di consigliare di non fermarsi ai siti internet delle associazioni, ma, una volta individuata quella che sembra fare al caso vostro, andare a conoscere le persone che ci lavorano, visitare gli uffici, parlare con altri volontari. È il modo migliore per farsi un’idea dell’atmosfera che si respira in un certo ambiente ed evitare quindi di farsi aspettative sbagliate rispetto alle reali condizioni proposte. Buona scelta e buon viaggio!