«In  data  27  novembre  2012  sono  state  pubblicate  sul   sito istituzionale del Ministero del  Lavoro  e  delle  Politiche  Sociali www.lavoro.gov.it, le Linee di Indirizzo  del  27  novembre  2012,  a firma  del  Sottosegretario  Maria  Cecilia  Guerra,  concernenti  la presentazione di progetti sperimentali da parte delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri  di  cui  all’art.  7  della legge 7 dicembre 2000 n. 383, nonché per assicurare il  sostegno ad iniziative formative e di  informatizzazione,  di  cui  all’art. 12, comma 3, lett. d) e lett. f) della suddetta legge». Così la Gazzetta ufficiale. Sembra una notizia di grande peso: annunciare un bando di finanziamento per progetti di volontariato in un periodo del genere (e a fronte di politiche sul welfare di segno nettamente opposto, come abbiamo spesso denunciato in questi mesi) può apparire un atto rivoluzionario. Peccato però che il bando pubblicato il 3 dicembre abbia come scadenza per la presentazione dei documenti l’11 dicembre. Una settimana appena per adempiere alla burocrazia necessaria alla presentazione di una domanda è un tempo decisamente insufficiente. Inoltre, la pubblicazione appare un atto meno rivoluzionario quando si scopre che quei soldi sono fondi rimasti da erogazioni assegnate ma non effettuate e quindi svincolate. Il tutto è spiegato con cura nel blog di Giulio Sensi.

«La scadenza del bando pubblicato il 3 dicembre è l’11 dicembre: ci sono ben sette giorni lavorativi per raccogliere tutta la documentazione richiesta, riempire i fogli per la domanda di contributo, elaborare il connesso formulario e il relativo piano economico. Il tutto per ottenere un finanziamento non superiore al 90 per cento di 40mila euro, il costo massimo di ciascun progetto che per il 10 per cento deve essere autofinanziato. Fino al 50 per cento della quota totale potrà andare a favore di progetti realizzati per le organizzazioni che lavorano con popolazioni colpite da sisma. Oltre dell’Aquila, riguarda anche le Province di Ferrara, Mantova, Modena e Reggio Emilia, Bologna, Rovigo.

Lo ha spiegato a Vita nei giorni scorsi Danilo Giovanni Festa, direttore generale per il volontariato, l’associazionismo e le formazioni sociali del Ministero del lavoro e politiche sociali: “Sono arrivati in questi ultimi giorni alcuni fondi svincolati e destinati ad associazioni che avevano vinto il bando, ma poi avevano chiesto proroghe per la conclusione dei progetti finanziati. Come si sa il 20 per cento dei fondi viene erogato solo dopo che i progetti sono conclusi e che il ministero ha verificato tramite ispezione che sia tutto a posto. Nel caso in cui siano le associazioni a chiedere proroghe per la conclusione dei lavori, i fondi rimangono a disposizione per due anni, trascorsi i quali però finiscono in un capitolo residuale del bilancio da cui escono solo dopo che vengano richiesti. In questi giorni ci stiamo proprio occupando di questi residui, anche del 2004, che sono stati sbloccati a settembre e ora saranno erogati, sicuramente entro l’anno”.

Se la memoria non inganna, ma ci può stare, esisteva un Osservatorio del volontariato che aveva fra le sue funzioni quella di approvare progetti sperimentali elaborati anche in collaborazione con gli enti locali, da organizzazioni di volontariato iscritte nei registri per far fronte ad emergenze sociali e per favorire l’applicazione di metodologie di intervento particolarmente avanzate. E se la parola non inganna, si tratta quindi di briciole raschiate dalle rimanenze degli anni scorsi che vengono messe a disposizione per un bando destinato a organizzazioni di volontariato che hanno solamente sette giorni lavorativi per elaborare un progetto innovativo. Oppure di uno sforzo, in tempi difficili, di ottimizzazione di risorse che la buona burocrazia non lascia rientrare indistintamente nelle casse dello Stato, ma rimette in circolo per il volontariato, chiedendo, per rendere possibile l’operazione, un po’ di elasticità e comprensione sui tempi al volontariato. Dipende un po’ da che parte si guarda il mondo».