A breve si potranno riportare le bottiglie in plastica vuote (più precisamente Pet) al supermercato e ottenere in cambio una sorta di cauzione. Un’iniziativa volta ad aumentare la percentuale di riciclo di questo tipo di rifiuti, attualmente ferma al 43 per cento. Riportiamo un articolo sull’argomento pubblicato da Valori.

Chi è più avanti con l’età si ricorderà dello storico sistema del “vuoto a rendere”. Un sistema semplice che induceva nei consumatori un comportamento virtuoso: riportare le bottiglie di vetro al negozio per riavere indietro la cauzione. Qualcosa di analogo sarà finalmente possibile, anche in Italia, per il mondo della plastica. O, meglio, al PET, materiale usato soprattutto per le bottiglie di acqua, latte e altri liquidi alimentari. Dopo due anni dalla richiesta, il Ministero dell’Ambiente ha emanato il decreto che autorizza le attività del consorzio Coripet, il progetto presentato nella primavera 2016 da sei dei più importanti produttori di acque minerali e dai riciclatori. Il via libera ministeriale permetterà di gestire in modo autonomo le bottiglie in PET.

Più bottiglie riporti, più guadagni

Il nuovo sistema si sgancerebbe dal consorzio Corepla, che dal 1998 si è occupato dell’intero universo dei materiali plastici e introdurrà una novità importante per i cittadini. Le bottiglie in PET potranno ancora essere gettate con gli altri materiali plastici nella raccolta differenziata. Ma verrà introdotto un “premio” per i cittadini che decideranno di inserirle in appositi macchinari eco-compattatori che saranno installati man mano nei supermercati. Per ogni bottiglia riportata, verrà riconosciuto infatti un importo di 1,5 centesimi, da sottrarre al costo della spesa effettuata. Dal consorzio fanno sapere che sono già pronte 2700 macchine da collocare nei punti vendita.

A regime il sistema potrebbe permettere di raccogliere in questo modo circa 2 miliardi di bottiglie ogni anno. Stimolando la partecipazione attiva dei cittadini, aumenterebbe le percentuali di riciclo, inesorabilmente ferme attorno al 43% delle quantità immesse a consumo. I proponenti sono convinti di riuscire a portarle attorno all’80%. In questo modo, l’Italia recupererebbe posizioni rispetto ad altri Stati Ue.

Vantaggi anche per i Comuni

Una volta raccolto, il quantitativo di bottiglie in plastica immesse sul mercato dalle acque minerali consorziate (Ferrarelle, Lete, Norda, San Pellegrino, Maniva e Drink Cup che insieme rappresentano il 35% del mercato) sarà avviato al riciclo meccanico grazie anche ai riciclatori soci di Coripet (Aliplast, Dentis Recycling Italy e Valplastic, 75% del relativo comparto) e già in possesso del parere positivo dell’Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) per la produzione di RPET idoneo al diretto contatto alimentare.

Ma non sarebbero solo i consumatori a trarre benefici dalla novità. Il nuovo sistema garantirebbe maggiori risorse economiche ai Comuni. Ad essi andrebbero 305 euro per ogni tonnellata di PET recuperata attraverso la raccolta differenziata contro i 281,7 euro pagati in media da Corepla. E si vedrebbero addebitate somme inferiori a quelle imposte dal sistema Conai per gestire la “frazione estranea” (la parte di rifiuti diversi dal PET che finiscono per errore nella differenziata). Gli attuali 209 euro a tonnellata scenderebbero a 195 euro/ton.

“Aumenteremo quantità e qualità del riciclo”

Ovviamente raggianti i vertici del nuovo consorzio che hanno dovuto affrontare finora una lunga trafila burocratica per vedersi approvare il progetto. “Siamo lieti di poter avviare il nostro progetto di economia circolare” ha dichiarato Giancarlo Longhi, Presidente del Consorzio. “Con esso contiamo di raggiungere obiettivi di riciclo sempre piùambiziosi. Le nuove modalità coinvolgeranno e incentiveranno non solo i Comuni, ma anche direttamente i cittadini. Desideriamo che il riciclo da bottiglia a nuova bottiglia diventi una possibilita concreta per tutti”.

Il progetto, spiegano da Coripet, si inserisce e non stravolge la filiera oggi operativa. “Alla luce dei nuovi ed ambiziosi obiettivi europei di riciclo – prosegue Longhi – il riconoscimento di Coripet è un chiaro segnale che va nella direzione indicata dall’Europa: riciclare sempre di più e con una migliore qualita. Sicuramente inizieremo ad operare in sinergia e collaborazione con tutta la filiera: dall’attuale sistema consortile, ai Comuni, che rappresentano l’indispensabile anello di congiunzione con i cittadini, agli impianti di selezione, alla Grande Distribuzione che, da tempo, si è mostrata attenta al nostro progetto”.

Un programma in due fasi

Come prevede la legge, il provvedimento di riconoscimento ministeriale è diviso in due fasi. La prima, provvisoria, per la fase di avvio ed implementazione del progetto, avrà una durata di due anni. Al raggiungimento degli obiettivi previsti, seguirà la definitiva. Coripet inizieràad operare sul mercato, al pari degli altri operatori già autorizzati. In questa fase di avvio, sono previste delle verifiche e dei controlli periodici sul raggiungimento degli obiettivi sia da parte di ISPRA che del Ministero dell’Ambiente.

(Foto di Gary Chan su Unsplash)